
Me lo chiedono in tanti, ma neppure io so cosa significa. Però so da dove viene, e non è poco.
Tumptytumtoes è una parola oscura, scoppiettante e "intraducibile" (lo dice anche Umberto Eco, autorità in materia) dispersa tra le plurilinguistiche ed alessandrine pagine del Finnegans Wake joyciano. Mi piace per la sua ritmicità, e perché è comica e suggestiva insieme. Credo che ben esprima il mio stato d'animo quando mi appresto a scrivere qualcosa e di solito non so neppure bene dove sto andando. - Scrivi per comunicare, - mi dicono gli amici. Purtroppo io non scrivo per comunicare, perché il più delle volte non ho niente da comunicare, oppure non so ancora cosa vorrei, o dovrei, comunicare. Preferisco convincermi che scrivo per capire: per vedere in una qualche forma cosa posso trarre dalle mie riflessioni gratuite sulla realtà che vivo, dagli incontri quotidiani, dalle mie letture e anche dagli strumenti moderni d'informazione, che non posso sfuggire pur sapendo che non m'informano per nulla.
I graditi visitatori di questo blog dal nome incomprensibile vi troveranno pensieri in libertà, articoli e "saggetti" (ho la pretesa di chiamarli così...) scritti per dei link amici, qualche svagata passione... Per un paio d'anni ho tenuto un sito, era anche discretamente frequentato, ma ben presto ho trovato frustante non riuscire a colloquiare con i gentili ospiti che andavano lì sopra a leggere la roba mia. Forse un blog, apparentemente più limitato, può trasformarsi in una occasione di dialogo e confronto reciproca.
Per il momento, benvenuti.
Bene. Ti leggerò.
RispondiEliminaCiao!
Francesco
Scusa, Francesco, del ritardo di questa risposta.
RispondiEliminaMi sono accorto adesso del commento!
Grazie. Le tue visite mi riempiono di gioia, mi spiace solo di non riuscire a stare sul blog come vorrei.
Claudio.